Aste immobiliari e i trend 2020-2021

Aste immobiliari, i trend 2020-2021

Il mese di dicembre 2020, in realtà, si era chiuso sotto una luce positiva, con solo il -18% rispetto a dicembre 2019, per un totale di 16.433 aste fissate, con un progressivo miglioramento delle aste fissate che era in costante aumento da settembre.

A gennaio 2021 tuttavia le aste fissate sono state solo 14.596 con un -37% rispetto a gennaio 2020, in cui si sono contate 23.345 aste, dato che mostra una nuova brusca frenata rispetto all’andamento dei mesi successivi.

E la situazione non migliora nemmeno nei mesi successivi: i dati di febbraio 2021 parlano di 14.218 aste fissate contro le 20.132 di febbraio 2020 (-29%), mentre marzo 2021 vede 15.906 aste fissate e un -27% rispetto a marzo 2020, in cui le aste erano state 21.775.

Insomma il 2021 per il mercato delle aste ha avuto una partenza con il freno a mano tirato, una grande opportunità sprecata visto l’effetto economico che ha questo settore su centinaia di migliaia di persone, prima di tutto su creditori e debitori, ma anche su tutto il sistema che ruota attorno alla giustizia e al settore immobiliare.

Se complessivamente le aste nel primo trimestre del 2020 sono state 65.252, per una somma complessiva delle offerte minime di € 8.633.701.287, nel 2021, nel medesimo periodo, le aste sono state 44.720 con € 5.843.768.976 di offerte minime, ovvero il 32% in meno. In totale, c’è stata quindi una perdita di 2.8 miliardi di euro e 20.532 aste fissate in meno rispetto al 2020.

Aste immobiliari in calo nel 2021

Sono tre ad oggi le cause di simili dati e di un trend che non accenna ancora a tornare ai ritmi precedenti, ma anzi registra nuovamente volumi in calo.
Prima di tutto la sospensione fino al 30 giugno 2021 delle procedure esecutive sulla prima casa abitata dal debitore, a cui si unisce una situazione di incertezza generale, data anche dall’entrata in vigore di norme che continuano a cambiare.
Più in generale, si tratta della mancanza di una linea operativa unica tra i diversi tribunali e di poca chiarezza nelle comunicazioni tra tutte le parti coinvolte.
In ultimo luogo il trend negativo è anche il riflesso di un lungo periodo di inattività del 2020 che ha come conseguenza un calo di procedure iscritte e un minor numero di udienze, che unito alla bassa digitalizzazione e capacità di lavoro da remoto dei tribunali, sono in grado di creare un rallentamento generale.

Tale trend potrebbe proseguire fino a giugno, quando ci si aspetta una progressiva ripresa, data anche dalla fine della sospensione delle vendite in asta degli immobili prima casa.

Molto chiaramente dipenderà dalla situazione epidemiologica e dall’andamento della campagna vaccinale: più in generale, l’andamento dell’emergenza sanitaria potrebbe impattare su un’eventuale proroga o meno della sospensione della vendita come delle liberazioni.

È chiaro che continuare a posticipare tali sospensioni avrà un impatto negativo, creando un danno importante al mercato di settore e, quindi, alla capacità del sistema di recuperare in modo efficiente i crediti.

Senza contare che i debitori potrebbero vedere venduti gli immobili a prezzi iniqui, molto al di sotto del loro valore reale, ritrovandosi di fatto con una parte importante di debito ancora in capo a loro.

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